incontro con:
ALDO BRANDIRALI Educatore presso la Fondazione IRIS
DON EDO CANETTA Missionario in Russia e Kasakistan,oggi parroco in S.Vincenzo de Paoli
MASSIMO PARISI Direttore della Casa di Reclusione di Bollate
La domanda del titolo rivolta a tutti, credenti e non, ci ha invitato a riandare alle radici del nostro riconoscerci uomini desiderosi di amare e di essere amati.
Massimo Parisi, direttore del carcere di Bollate, ha raccontato come un luogo in cui chi ha sbagliato può essere definito solo dal suo errore e dove chi è dalla parte del giusto può esercitare un notevole potere su persone che dipendono in tutto (fare una doccia, ecc. …) diventa, attraverso lo sguardo degli operatori (una telefonata, uno sguardo) e il mettersi in gioco dei detenuti per creare rapporti umani, un luogo privilegiato per lo sguardo della Misericordia.
“sono stato oggetto della Misericordia, ne ho avuto in abbondanza” Aldo Brandirali a 74 anni si è trovato ad affrontare un lavoro completamente nuovo che un amico gli ha offerto per integrare la piccola pensione da idraulico, dopo l’uscita dal mondo della politica. L’attività di coach etico-metafisico lo pone davanti a uomini completamente azzerati e alla necessità di trovare l’angolo giusto per ricostruire l’umano: si riparte dal cuore.
Anche Don Edo nella sua esperienza missionaria in “donum fidei” del Card. Martini in Kazakistan ha potuto occuparsi di carceri. La prima osservazione è che solo in Italia il carcere è considerato un luogo di “recupero”, negli altri paesi è esclusivamente un posto di punizione. La presenza di preti è chiesta solo perchè è un modo per “tenerli buoni”; ma questo è stata l’occasione per iniziare un gesto caritativo insieme ai ragazzi dell’università.
E’ stata evidente una commozione personale del pubblico di fronte alla incalzante realtà espressa dai tre relatori, che con il racconto di persone e fatti concreti, hanno richiamato ad una serietà personale nel testimoniare quello che è incontrabile nella Chiesa attraverso don Giussani e il Movimento.